sabato 17 febbraio 2007

L'AIDS DILAGA...e la Chiesa?


AIDS PAPA CHIESA CATTOLICA CONTRACCEZIONE

di ninograg1


E' da tempo che esiste l'AIDS, ormai, e mentre le cure avanzano, allungando la vita nel mondo occidentale, nelle altre parti del globo la strage e i salti di generazioni non si contano più, ma la domanda che tutti si pongono è: e la Chiesa che dice? Bah, discute se "concedere" l'uso del preservativo all'interno della coppia se uno dei due è sieropositivo, mentre continua a predicare l'astinenza e i valori di coppia, in un vicolo cieco da cui, ormai, non credo ne esca più. L'ultima occasione la si è avuta quando il Papa ha ricevuto gli accrediti di diplomatici di alcuni paesi e non ha perso occasione di ribadire l'astinenza e non ha chiuso la porta al preservativo se uno dei due è infetto: tutto qui? E tutto il resto? Si pensa davvero che bastino queste cose per fermare un'infezione che sta distruggendo almeno una generazione nei paesi non occidentali? E le differenze culturali che pur ci sono, nonostante la globalizzazione e la penetrazione religiosa? E le cure in capo a chi sono? Allo Stato oppure ai singoli ? (e naturalmente chi non può pagare, e sono la maggioranza, faccia ricorso agli sciamani o rifugga nella preghiera, altro non c'è.Quanto costerà, in termini di vite, quest'approccio così poco realistico? In termini statistici fra qualche anno, ora c'è solo la speranza che le organizzazioni laiche riescano a far capire, a questi nostri simili, che, invece, l'uso del preservativo è fondamentale e che solo così si riuscirà a circoscrivere l'espandersi dell'infezione. Intanto in Italia? Qui l'infezione, in mancanza di una seria politica di informazione soprattutto ai più giovani, sta ricominciando a marciare soprattutto in alcune regioni, ma almeno abbiamo la possibilità di accedere a cure gratuite o quasi ed è già una bella possiblità, ma manca tutto il resto e con questa politica pavida da un alto e i cattolici aggressivi politicamente dall'altro, non si parla nememno di campagne informative.
Peccato, questo si che è peccato, perchè in questo modo si omette la possibilità di evitare di infettarsi soprattutto per i più giovani (quelli meno informati).

tratto da : XXI Secolo ?

Questo post è stato pubblicato su Blog Penna Calamaio in data 18 Dicembre 2006.Puoi inserire qui i tuoi commenti e visitare Blog Penna Calamaio su Digiland, per conoscere il nostro progetto di aggregazione e partecipare anche Tu al Blog Collettivo, inviando i permalink dei tuoi post a redazione_blog@libero.it o facendo domanda di iscrizione a membro del blog.Tutti i post accettati ai fini della pubblicazione, saranno gradualmente inseriti su tre piattaforme di blogging.

1 commento:

  1. tra le varie e giustissime accuse di ottusità, censura, anacronismo etc che vengono costantemente e duramente rivolte al papa e di riflesso alla chiesa cattolica in generale, c'è quella relativa al fatto che il pontefice o chi per lui indichi espressamente di non usare il preservativo, in quanto questo costituirebbe un comportamento immorale e peccaminoso, quindi inaccettabile dalla morale bigotta e sessuofoba della chiesa cattolica. e fin qui tutto è corretto. il classico e automatico passaggio successivo in questo ragionamento accusatorio degli anticattolici pecca sempre però di superficiale malafede e di scorretta disinformazione. per aggravare queste posizioni cattoliche in materia sessuale si afferma infatti che questa direttiva anticontraccettiva contribuisca alla diffusione della malattie sessualmente trasmissibili, tra cui naturalmente l'aids. state aggrottando la fronte? ora vi spiego. il fatto è che in genere chi sta a sentire tutte le indicazioni pontificie e segue alla lettera le prescrizioni religiose nella vita quotidiana non è una persona che di solito ha una vita sessuale promiscua e libertina, ovvero che se ne va a prostitute o ha rapporti sessuali diciamo a rischio. cioè, chi per esempio tradisce la propria moglie per andarsene a prostitute non è il tipo che applica alla lettera le direttive ultracattoliche del papa nella propria vita, e quindi non sta certo a pensare se si comporta da buon cattolico indossando il preservativo o no! quindi le persone che si preoccupano del fatto che il papa voglia che non si indossi il preservativo hanno generalmente uno stile di vita comunque sicuro da questo punto di vista, e che quindi non dipende dalle prescrizioni cattoliche in materia. mi sembra dunque poco corretto affermare che la chiesa cattolica abbia responsabilità in merito alla faccenda.

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