venerdì 28 settembre 2007

Aiutiamoli!

Era mia intenzione scrivere un post a riguardo che non fosse pura cronaca, ma purtroppo sono molto presa dal lavoro ed in questo momento più che di diffondere informazioni c'è bisogno di dare il nostro sostegno, smuovere le coscienze e rimarcare il profondo scollamento tra le decisioni assunte dai Governi internazionali ed il nostro comune sentire.
Abbiamo tutti avuto notizia della protesta lanciata dai monaci in Birmania per sollecitare il ripristino della democrazia in un paese oggettivamente ricco eppure martoriato e ridotto alla povertà da oltre 40 anni di dittatura militare.
La protesta composta, silenziosa e coraggiosa dei monaci, ha avuto inizio in seguito alla decisione della giunta militare al potere, di raddoppiare il prezzo della benzina e quintuplicare il prezzo del gas per uso domestico.
In questo modo si sono aggravate le disastrose condizioni economiche in cui già versa la popolazione birmana, con il conseguente aumento di tutti i generi di prima necessità, ivi compresi i medicinali.
La giunta militare al Governo non è nuova a repressioni violente come quella che è in atto in questi giorni. Già nel 1988 le manifestazioni organizzate dagli studenti per sollecitare il ripristino della democrazia furono sedate col sangue.
All'epoca quelle vicende non arrivarono sotto i nostri occhi con la stessa forza mediatica di cui oggi disponiamo. Il regime militare oggi sta cercando di ottenere lo stesso risultato (il silenzio!) oscurando i collegamenti internet e rastrellando gli alberghi per espellere i giornalisti.
Sappiamo tutti che l'applicazione di sanzioni internazionali è stata bloccata all'Onu per il veto imposto da Cina Russa ed Indonesia.
Gli stessi rappresentanti della politica occidentale hanno adottato un atteggiamento di moderazione per non ledere i propri rapporti ed equilibri economici proprio con Cina e Russia.
Vi aggiungo che già l'embargo adottato nel 1988 contro il regime militare birmano, è stato più volte violato. Quell'embargo prevedeva tra l'altro, il divieto, di fornire armi ...eppure...alla Birmania è stato venduto (dall'India) un modello di elicottero i cui componenti sono prodotti da Belgio, Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Svezia!!
Nè mi risulta che l'Italia abbia sospeso un corso di diritto umanitario, da tenersi in Ottobre e che vedrà la partecipazione di funzionari del regime birmano.
Quel  corso è stato finanziato dal Governo italiano, in violazione del divieto sancito dall'UE di accogliere nei nostri paesi funzionari della giunta militare birmana con grado superiore a caporale!!!


Sta girando attraverso i blog e via sms l'appello ad indossare nella giornata odierna qualcosa di rosso in segno di sostegno per il popolo birmano.


E' un gesto simbolico per fare sentire ai nostri governi l'irritazione del cittadino comune verso il mancato intervento.


Possiamo fare anche qualcosa di più concreto! Amnesty International  ha attivato una raccolta di firme per sensibilizzare l'Onu ad inviare propri osservatori in Birmania ed intimare il rilascio dei prigionieri oltre alla cessazione di ogni forma di repressione violenta.


Firma anche tu la petizione. Aiutiamoli!!


pubblicato su Blog Penna CalamaioTags: , , , , , in data 28/09/07


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mercoledì 26 settembre 2007

UTO-pia. Se non parli di Grillo non sei nessuno

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Se non parli di Grillo non sei nessuno, così mi adeguo. Anzi faccio di più, stilo un programma tutto mio.



Se non pa
rli di Grillo non sei nessuno, così mi adeguo. Anzi faccio di più, stilo un programma tutto mio.


Oltre al parlamento pulito e al tetto di due legislature retroattive io ci aggiungo:


UNO


L'abolizione immediata di Window Vista: l'invenzione umana più utile dopo la cravatta e il celophane intorno ai cd.


Ieri ho passato la mia giornata a recensire un libro sull'archeologia, mi mancavano solo due righe due, il finale già mi rimbombava in testa, un po' aulico, un po' ridondante.


è bastata una finestra di avviso, "errore di windo vista, programma bloccato, cercare una soluzione? riavviare il programma e cercare una soluzione? terminare?" ci mancava solo il cronometro sotto e Gerry Scotti che mi diceva "l'accendiamo?". Ovviamente ho risposto qualcosa di sbagliato perchè a un tratto il mio foglio è diventato bianco e le tracce di quello che ho scritto in una giornata si sono volatilizzate.


DUE


La liberazione mondiale dalle news-letterS, che tu aspetti una mail importantissima, non ci dormi, ti rigiri nel letto, la mattina non ti metti manco le pantofole, non fai neanche colazione, provi a scaricare e... 10 mega di stronzate.


una pubblicità del viagra, tre sondaggi, quattro redazioni e visto che stavo troppo spensierato sono entrato pure nella mailing list di un ex addetto stampa di Berlusconi che adesso mi manda una news letter di festival musicali Indie. Prossimamente mi chiederà di scaricare l'ultima hit "Azzurra libertà" con i testi di Bondi, l'arrangiamento di Apicella e la voce di una giovane promessa, tale Iva Zanicchi, me lo sento...


TRE


Estinzione immediata dei dinosauri della televisione. Non è possibile che c'abbiamo ancora Mike Bongiorno in prima serata, sulla prima rete. Che per svecchiare un po' c'hanno affiancato Loretta Goggi, pare solo perchè Nilla Pizza avesse impegno inderogabile, un corso di patchwork dicono...


Il primo ricordo della televisione che c'ho è proprio di Mike Bongiorno con quella cazzo di ruota che fa "dhdhdhdhdhdhdhdhddd.d..d...d....", Antonella Elia coi capelli gialli e i concorrenti che comprano una vocale. e io 'sta vocale la volevo per natale, giusto per vedere che era,  ma nei negozi non si trovava.


Mi ricordo i miei pomerggi che passavano col sottofondo di "dhdhdhdhdhdhdhdh..ddd" che i bambini si dovevano stare zitti se no non si capiva la frase misteriosa. Tipo "Meglio una gallina oggi che un uovo domani".


Coloravo coi pennarelli a spirito solo che strisciavano sul foglio, facevano rumore e davano fastidio, alla fine per non sentire lo striscio dei colori a spirito mi regalarono i pastelli a cera che non stridevano sulla carta.


Poi quando finiva "la ruota della fortuna" che c'era? "Ok il prezzo è giusto", dove le persone che non avevano un cazzo da fare andavano in televisione per indovinare quando costava una confezione di dado star da dodici pezzi. Anche lì c'era una ruota da girare solo che usciva da un muro, non era poggiata per terra e faceva "ththththththt..t.t.t.."


Tutto questo per confermare che Uto appoggia lo spostamento di rete4 sul satellite, e lo pensavo prima ancora di Grillo, andavo ancora all'asilo e ne ero già convinto!


Per integrare questi punti al disegno di Grillo mi bastano 50 mila firma, ce la facciamo o è un'UTO-pia?


scritto da: Uto88   su: CLEAN MOLESKINE


pubblicato su Blog Penna Calamaio il 25/09/07



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lunedì 24 settembre 2007

Ci sono donne...

immagineCI SONO DONNE STANCHE. Affamate. Povere. Frustrate. Ci sono donne esaurite. Impaurite. Insicure.
Ci sono donne disperate. Inconprese. Introverse. Impazzite.
Ci sono donne che amano i bei vestiti. Ci sono donne che amano i gioielli preziosi. Diamanti, rubini.

Non vogliono fiori. Non vogliono baci. Vogliono un diamante.

Allora per accontentare queste donne un povero operaio, un contadino non sa che fare. Si indebita.
Forse è meglio lasciarle perdere queste donne. Anche se la colpa non è la loro ma delle loro madri e dell'ambiente in cui hanno vissuto.
Madri e padri forse. Si forse anche i padri.



Un diamante per un amplesso. A qualcuno sarà capitato?


Alle più sfigate il profumo firmato e a seguire si copula.


A quelle meno che sfigate una bella scatola di cioccolatini. Che non le va nemmeno di copulare. Oppure si, così per perdere qualche grammo ( ma dipende dall'atto sessuale, se dura quattro secondi non mi pare che possa considerarsi alquanto salutare ).


Ci sono donne che odiano i gioielli. Che il diamante te lo tirano in faccia. Che si offendono. Ci sono donne che se ne fregano.


Ci sono donne che inseguono dei sogni, smarriti per la strada accanto alle illusioni.
Queste donne non vogliono diamanti, perchè dai diamanti non nasce niente, per citare Fabrizio de André.


Queste donne non vogliono niente, niente, niente.


scritto da: nataieri73  su: NATAIERI73
pubblicato su Blog Penna Calamaio in data 13/09/07

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Essere in rete per non cadere nella rete....

Era una tranquilla domenica di Settembre, morton0 e redazione_blog cazzeggiavano come al solito in videoconferenza quando, ad un tratto, dal microfono della webcam tuonò imperiosa una voce: "ROBERTA!"
Morton0 udendo il proprio nome pronunciato per esteso, comprese a priori che redazione_blog stava architettando qualcosa....

"Tutti scrivono del V-DAY - proseguì redazione_blog - tutti pongono l'accento sulla stanchezza dei cittadini rispetto alla classe politica, ma in pochi credo stiano riflettendo sugli ulteriori risvolti di questa vicenda".

Nacque così un post scritto a due mani, ovvero, quello che state per leggere, è il frutto di due menti bacate che interagiscono tra loro.




A noi poco importa se Grillo sia un moralizzatore del costume politico, o un novello messia che si fa portatore di facili istanze demagogiche.
Crediamo piuttosto che, un evento snobbato dai canali informativi tradizionali, eppure capace di convogliare in misura così consistente il favore delle masse, dimostri le enormi potenzialità insite nella blogosfera e da noi non sufficientemente comprese.
Occorre acquisire consapevolezza che lo strumento blog sia, in embrione, un modello alternativo di informazione, non centralizzata nè verticistica, bensì dotata di una struttura orizzontale e capillare, ma ancora priva della necessaria organizzazione.

Pensate ad un sasso lanciato in uno stagno e dal quale si propagano cerchi concentrici via via sempre più ampi...


Orbene, fatta eccezione per il caso di specie, il nostro modo di comunicare non evoca ancora la perfezione geometrica dei cerchi concentrici.
Siamo stati sinora una miriade di schizzi isolati e sporadici, dispersi sul pelo dell'acqua ed incapaci d'imporre in modo efficace gli obbiettivi da noi condivisi.
Basti pensare alle numerose campagne avviate sul web e per le quali abbiamo avvertito un profondo senso di impotenza.
Abbiamo tra le mani una gigantesca macchina di divulgazione che occorre affinare, per garantirle incisività, affidabilità ed autorevolezza.
In America la software house "Pluck", ha creato un apposito programma per distibuire - ai giornali - i contenuti tratti proprio dai web-log.
Di questo software, (il BlogBurst) si avvalgono già il Washington Post, il San Francisco Chronicle, lo Houston Chronicle ed il San Antonio ExpressNews.


E' giunto il tempo di compiere un salto di qualità, coordinare gli sforzi per far emergere le voci più significative, onde evitare di essere pilotati oltre che dai tradizionali canali informativi, anche da una singola mano, capace di orientare le coscienze lanciando il proprio sasso nello stagno.


scritto da: morton0  e redazione_blog
pubblicato su Blog Penna Calamaio in data 09/09/07


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Il silenzio ed i suoi paesaggi interiori

Anni fa, in Israele, vissi una brevissima ma intensissima esperienza di deserto e ancora adesso serbo dentro la mia anima il ricordo di quel silenzio ... Un silenzio "corporeo", che avvolge e nello stesso tempo penetra, che risuona dentro e che fa vibrare all'unisono con il vento, un vento che parla, parla e poi ancora parla ... Un silenzio caldo, accogliente, un Silenzio Pieno e di Presena ...


Anni dopo, nella mia stanza di terapia, ho avuto modo di sperimentare un'altra dimensione del silenzio con una bambina affetta da mutismo selettivo, quindi a base psicogena, la quale, per sottolineare la sua volontà di farmi vivere il suo silenzio, costruiì con i cubi di gommapiuma una enorme e solida barriera, con "fessure" riempite da oggetti appuntiti come se fossero armi di attacco o di difesa, allo scopo di stabilire in modo netto i confini tra il mio e il suo spazio. Ben altre sensazioni, ben altre emozioni! Un silenzio gelido e duro, buio e doloroso, il Nulla e i suoi pericoli (così per 45 minuti, il tempo canonico delle sedute, ma qualcosa come quattro ore secondo il mio tempo psicologico)


Il ricordo di queste due esperienze mi ha fatto molto riflettere sulla natura del silenzio e sui suoi paesaggi interiori. Di fatto, il silenzio ha una sua semantica, un suo significato emotivo. Allora, a volte, lo possiamo percepire come un Pieno, come quando si vive l'amore nella sua completezza, quando l'Amore non ha bisogno di parole, ma di gesti e di sguardi colmi; oppure, quando il silenzio è momento di raccoglimento, di contatto con Qualcuno o con se stessi, diventando così anche occasione di sintesi, di riflessione, di programmazione. Ma c'è anche il Silenzio come Vuoto, il silenzio gelido dell'incomunicabilità tra persone, o di un dolore troppo grande e vecchio per poter essere espresso, di una paura che paralizza l'anima, di una rabbia troppo repressa per poter essere sciolta in un urlo o in un pianto. Silenzio della Notte, Silenzio del buio primordiale, Silenzio dell'Assenza.


Ma il Silenzio, probabilmente, ha le sue regole, e allora si può parlare di una sua sintassi, con la sua durata e le sue punteggiature: sono le pause quando noi parliamo, che servono per raccogliere nuove idee o per comprendere se l'altro ha capito e come ha capito; oppure, sono le parole che improvvisamente lo perforano, sassi scagliati come gli oggetti appuntiti della mia piccola paziente, che rompono la barriera, riempiendo il silenzio di dolore e di rabbia.


Infine, stare in silenzio o percepire il silenzio dell'altro non può non produrre effetti sulle persone, poichè non si può rimanere impassibili di fronte ad esso, o perchè da esso si tende a fuggire, o perchè ci si lascia ammaliare dal suo fascino. E' la pragmatica del silenzio. Gli psicologi della Scuola di Palo Alto sostengono che il silenzio contenga in sè un forte valore comunicativo. E' impossibile, infatti, non comunicare, non fosse altro perchè, paradossalmente, con la non comunicazione comunichiamo che non vogliamo comunicare ...!


Il silenzio quindi non può essere trattato come una sorta di contenitore vuoto, ma come un luogo "troppo pieno", come uno spazio mentale e comunicativo saturo di contenuti, di vissuti, di valori. Gelido o caldo che sia, il Silenzio è un Pieno che trasmette le intenzioni di chi lo vive e di chi lo fa vivere.


E' importante però la notte, perchè prepara il giorno ... Ed è il "Silenzio buono", che richiede ripiegamento in noi stessi, che vale la pena esplorare, non solo perchè può costituire un antidoto al "Silenzio cattivo", ma soprattutto perchè, "decidendo" di essere tale, ci aiuta a mettere ordine nei nostri cassetti emotivi, a spegnere il rumore bianco accumulato, ovvero il caos interiore di tensioni, rimorsi, sensi di colpa, idee distorte, pregiudizi lapidari che popolano il nostro paesaggio interiore. E' il viaggio verso la trasparenza, la chiarezza e la lucidità emotiva, e per questo ci vuole coraggio.


E' solo facendo deserto dentro, solo se si fa realmente silenzio, che si può pensare di ritrovare se stessi e di riscoprirsi più forti, più autentici, più maturi. Ed è solo facendo silenzio dentro di sè che si permette all'altro di entrare anche con le sue contraddizioni e le sue ambivalenze, empatizzando con il suo dolore senza rinunciare a sè, ma accettando e accogliendo le sue parole, i suoi Silenzi e i suoi paesaggi interiori


scritto da: Morton0 su Scherzo o Folllia
pubblicato su Blog Penna Calamaio in data 06/08/07

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Rabbia

Mi arrabbio difficilmente.
Di solito penso che non ne vale la pena… che si vive meglio standosene tranquilli.


Ma a volte capita che qualcuno superi davvero ogni limite e mi faccia uscire dalla divina grazia.
E allora divento (quasi) pericolosa.


Le persone sono strane. Sanno essere cattive a volte.


E allora ti aggrovigliano tutto dentro.



Ora mi sento così….

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Cancellature, strappi… ho perso il tempo…
Qualche nota è stata cancellata - da quel male dentro a cui non sai neanche dare bene un nome.


Ci sono momenti come questo in cui vorrei davvero spaccare qualcosa. Urlare.
Correre fino a non avere più fiato.


Poi prendo la viola e suono.



E quella cosa dentro inizia a fare meno male.
Le urla diventano suoni, note.
Perfino io, con il mio animo rapsodico, trovo un ordine, un tempo. A cui aggrapparmi.
I suoni sono forti, profondi, vibranti.


Lo strumento è la mia voce, il mio dolore, la mia rabbia.


La musica diventa rosso scuso, quasi nero.
E va bene così.



scritto da: thefairyround  su:   THE FAIRY ROUND
pubblicato su Blog Penna Calamaio in data 20/9/07

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La prova del cuoco

Metti che della cucina, intesa come locale della casa, potresti tranquillamente fare a meno e trasformarla in una più utile cabina armadio;
metti che il massimo dell’arte culinaria cui puoi aspirare sia buttare in forno due bastoncini di pesce (sempre che ti ricordi come si accende il forno);
metti che il tuo piatto forte sia una tazza di latte e Nesquik con i cereali Kellogs Extra (hanno comprato uno spazio pubblicitario sul mio blog);
metti che come cuoca conosci la teoria ma in pratica non hai voglia di applicarla;
metti che un giorno presa da un raptus di follia decidi di invitare a pranzo qualcuno (previo allertamento della protezione civile, dei pompieri, del 118 e del centro antiveleni);

metti che decidi di stupirlo con effetti speciali degni di un premio Oscar (…rafone); metti che con amore scegli di preparare qualcosa di commestibile con le tue manine sante invece di sperare nell’intervento divino di nonna Papera e ti ci impegni con la stessa perizia e dedizione di Michelangelo nel dipingere la Cappella Sistina (ovvero anni e anni di duro studio e lavoro);
metti che il fatto che già il non essere riuscita a ustionarti, tagliarti due falangi, intossicarti col gas sia un successone insperato;
metti che tutto sommato dal pentolone della strega dopo l’aggiunta di ingredienti segreti e afrodisiaci, quali unghie di resina, capelli e ciglia strappate tra una mescolata e l’altra, esca un miscuglio che dall’ aspetto non sembra nemmeno troppo la pappa del cane;
metti che tutta soddisfatta di te stessa gli consigli spassionatamente di mentire spudoratamente;
metti che il tuo ego già provato precipiti sotto i piedi quando lui ti butta lì: “Beh…ho mangiato di peggio!”; metti che pure il caffè gli faccia schifo e l’unica cosa che apprezzi sia la torta confezionata che ti ha contrabbandato sottobanco nonna Papera, e di conseguenza non è opera tua...



...metti che sei un ingrato, fetente, antipatico: “Non potevi andare a mangiare da McDonalds???"



scritto da: sissibf74   su: DONNA CON LA GONNA
pubblicato su Blog Penna Calamaio in data 22/09/07

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L'Amico Migliore

immagineNon riuscendo ad avere un buon rapporto con noi stessi, cerchiamo negli altri l’affetto e il conforto che possano riempire il vuoto interiore.


Cerchiamo un compagno, un amico fidato al quale confidare i nostri dubbi e le paure che talvolta ci assalgono all’improvviso. Vogliamo trovare una persona cara sulla quale riversare tutto l’amore che esce dal nostro cuore.


Avere qualcuno che ci sia vicino quando ne abbiamo bisogno è il sogno di tutti, ma nessuno può darci quello che cerchiamo.


Se non saremo presenti, se non troveremo un giusto rapporto con la vita, tutte le nostre paure emergeranno all’interno di qualunque rapporto, e di questo incolperemo sempre l’altro.


La persona che cercate è già qui, vi è sempre stata vicina, ha condiviso con voi gioie e dolori, vittorie e sconfitte, felicità e tristezza. Siete voi il migliore amico di voi stessi, o meglio, voi potete diventare quella persona speciale che avete sempre cercato.


Del resto, se non vi volete bene e non vi stimate, se non desiderate la vostra compagnia, perché dovrebbe farlo un altro? Se non vi amate, non troverete nessuno in grado di darvi quello che cercate.


scritto da: reginaldodanese   su: Poesia e Mistero
pubblicato su Blog Penna Calamaio il 19/01/07
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Ricordi

Aurelio De Laurentis, in tema di remake, vorrebbe produrre un nuovo Amici Miei con De Sica e Bisio. Niente da dire ma l'impresa sarà ardua.


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Tutti ricorderanno il conte Mascetti (Ugo Tognazzi)  un nobile decaduto che non riesce a far fronte al sostentamento della propria famiglia, ma che coltiva ciononostante il gusto del buon vivere e la passione per le relazioni clandestine. Il Perozzi (voce narrante del film, interpretato da Philippe Noiret) è uno squinternato giornalista di cronaca che cerca di sfuggire la disapprovazione che moglie e figlio gli riversano contro quotidianamente. Il Melandri (Gastone Moschin) è un anonimo architetto alla perenne ricerca di una donna e per la quale sarebbe anche disposto ad abbandonare i suoi tre amici, salvo ravvedersi all'ultimo momento. Il Necchi (Duillio Del Prete, in seguito interpretato da Renzo Montagnani) è invece un barista ed è proprio nel suo locale con annessa salabiliardo  che prendono vita le zingarate alle quali lui stesso partecipa puntualmente. Ai quattro amici di sempre si aggiunge, nel corso della narrazione, il professor Sassaroli (Adolfo Celi) un brillante primario ospedaliero annoiato dalla professione diventerà l'asse portante dell'allegra brigata.


immagineAmici miei ha rappresentato l'era di un nuovo modo di intendere la commedia all'italiana sotto la magistrale regia di Monicelli e non sarà facile ottenere lo stesso successo con attori peraltro dallo stile e dal genere del tutto differente. Molti remake mi hanno deluso, uno per tutti Febbre da Cavallo.


Molti psicologi dicono che la malinconia per il passato è sintomo di un forte disagio interiore provocato dall'insoddisfazione e frustrazione personale.


Io so solo che pensare ai ricordi mi fa bene, provoca in me sensazioni positive fatte di odori, luoghi e persone. Vado spesso alla ricerca di suppellettili testimonianza della mia infanzia, non ultima la caccia al mio peluche preferito, Moncicci.


Riguarderò con piacere i film del passato, sfoglierò con curiosità i vecchi diari, ricorderò persone che mi hanno dato tanto e che non ci sono più alla faccia di Morelli che peraltro non mi sta nemmeno tanto simpatico.


scritto da: lauretta72  su: All'oscuro di tutto
pubblicato su Blog Penna Calamaio il 09/01/07


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Oltre i muri della vergogna

GUERRA, PALESTINA, MURO, INFEDELI, RELIGIONI.



immagineBrandelli di carne esposti come quarti di bue macellati, l’aroma del sangue ancora caldo scende a rivoli dai tronchi mozzati. Sento quel profumo, quel nettare oscuro di carnume putrefatto penetrarmi le narici.


Prendo la palla di stracci cercando di non inciampare sulle membra piovute dal cielo durante l’ultimo attacco. Nulla cambia attorno a me, nulla varia dall’inizio della mia vita, da, quando gli occhi si sono aperti innanzi all’orrore.  Non c’è vita oltre questa vita, non c’è speranza per noi, imprigionati dietro quel muro infame che ci fa prigionieri in un ennesimo campo di concentramento a cielo aperto, chiamato da altri con nome diverso.


Tutto doveva essere dimenticato. Tutto doveva essere ricordato degli orrori del millennio passato, ma quei morti bruciati, carbonizzati, quei cadaveri ridotti in cenere oggi sono con noi e mi tengono la mano.  La sento, la tocco, è scheletrica e ossuta come la mia. Il suo stomaco grida per la fame come il mio. Il suono è il medesimo, come uguale l’atrocità che ha subito, e ora i miei occhi precocemente adulti vedono attorno e in me.


Mi parla all’orecchio, ma altri non possono udirlo, ascolto le sue preghiere rivolte a J.H.V.H, rivolte a Adonai. Sento la sua mano sfiorare la mia, e con un gesto m’invita a rivolgermi al mio Dio, ad Allah, lo stesso Dio assente ieri come oggi, dei nostri sacri testi.


Dov’era Adonai in quei campi passati, dov’è ora Allah? Forse nascosto oltre quel muro? Forse è nascosto e ascolta silenzioso le nostre comuni preghiere?

Tocco con la mente la sua Kippa, tocca con lo spirito la mia Keifa. Lo stesso tessuto lavorato dall’uomo, lo stesso Dio, la stessa Fede, lo stesso dolore, la stessa morte. La morte.


Vorrei poter vedere il suo sorriso, vorrei che potesse vedere il mio sorriso in cerca di una speranza rivolta al futuro assente.


Prendo la palla tra le mani, è sporca di terra e imbrattata di sangue. Ho le dita chiazzate, le dita nere e la mente intorpidita per le grida stridule che odo.


Si avvicina l’ennesima sera, l’ennesima notte infernale, dove il cielo sarà illuminato a giorno dai razzi traccianti, dove altri innocenti saranno sacrificati per un olocausto senza fine.


Oggi come allora nessuno vuole sentire il pianto degli innocenti. Oggi come nel millennio passato in troppi chiudono gli occhi, si tappano le orecchie innanzi al genocidio che si sta compiendo, innanzi allo sterminio indiscriminato che quotidianamente si compie.


Oggi come allora parlano i politici, parlano i proclami pubblici, e gridando si addossano le colpe l’uno all’altro, ma è sui nostri capi che cadono i missili, sono sui capi dei nostri fratelli di là del muro che cadono i nostri missili causando terrore distruzione e morte.


Valiamo meno dei granelli di sabbia sulla spiaggia, siamo povere pedine di una scacchiera impazzita, pedine senza re e regine, perché come vili vivono protetti, osannati e riveriti, mentre la nostra tavola è vuota, lo stomaco grida, e negli occhi non abbiamo più lacrime per piangere i genitori, fratelli sorelle e amici perduti.


Siamo colpevoli! Sì colpevoli come i nostri fratelli gasati  e cremati. Colpevoli d’avere un Dio diverso, d’avere una Fede nata dagli stessi padri, ma la discendenza degenere si è frantumata e divisa, leggendo, scrivendo, narrando e creando muri d’incomunicabilità e odio.


A chi rivolgo la mia preghiera? Alla Mecca?  Non posso prostrarmi a terra nella giusta direzione, perché attorno a me, nulla vedo se non desolazione, morte e mura che salgono al cielo? Al Dio degli Ebrei? Implorando pietà affinché metta fine alla nostra tribolazione e abbia clemenza di noi presunti infedeli al suo cospetto? Al Dio dei Cristiani, che secondo le loro usanze sarà ricordata la sua nascita tra pochi giorni? Lo stesso Dio che ci chiama infedeli, come noi chiamiamo loro crociati infedeli?


No, quest’anno non rivolgerò alcuna preghiera a nessun Dio umano. Non compirò alcun sacrificio a nessuna divinità musulmana ebrea o cristiana. Oggi mi riunirò in silenzio tenendo per mano il mondo, tenendo nel cuore quanti vorranno elevare una preghiera per quei morti sterminati dall’uomo in tutti i millenni passati, riflettendo sugli orrori che oggi vedo davanti a me.
Non guarderò le loro religioni, ma i loro cuori, sapendo d’avere accanto quell’amico che sorridendomi con la sua mano ossuta si sistema la Kippa, e con l’altra m’accarezza la Keifa, infondendomi con un sorriso la certezza di un futuro oltre quel muro, dove in passato aveva letto per migliaia di volte: “Il lavoro rende liberi”.



scritto da: Marco Bazzato poeta, scrittore, pubblicista, pittore.

Un nuovo amico di Blog Penna Calamaio: Marco Bazzato: scopri chi è.
Il suo blog su libero e su blogspot
Pubblicato su Blog Penna Calamaio il 22712706


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Interiorità

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Esiste uno spazio nel quale è diverso vivere… 


E’ uno spazio  in cui ogni cosa viene deformata a seconda
della propria
emotività,
del proprio stato d’animo, del proprio sentire.
In questa regione desolata, frequentata solo in certi istanti della
nostra esistenza, ognuno trascorre del tempo vivendo
forti emozioni, struggendosi per esse, gioendo e soffrendo,
entusiasmandosi e deprimendosi,
rifugiati in questo spazio, in questo mondo,
sconosciuto all’esterno e a chi vive al di fuori d’esso.


Ogni giorno si vivono due vite,
una relazionale esteriore,
dove ci si rapporta normalmente e tutto sembra normale,
dove ogni incontro e sorriso denota tranquillità e serenità;
ed un'altra
dove si vive in questo spazio, in questo mondo particolare,
nutrendosi di ricordi, illusioni, speranze.
E’ la nostra interiorità,
il nostro mondo interiore, il nostro spazio unico ed essenziale,
che risiede nel cuore…
   


scritto da: Jon.L su : viaggiospaziotempo
la foto è reperita dal web grazie ad una selezione di forsee su: NEROKOLORE
il copyright resta dell'effettivo autore.
Pubblicato su Blog Penna Calamaio il 19/12/06
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Battute del Cacio...

immagineAmici carissimi, liberiamo la nostra fantasia e proviamo ad immaginare come risponderebbero vari tipi di formaggio ... si ... formaggio ... avete capito bene! Perchè, forse non sapevate che i formaggi parlano? ... beh, andiamo avanti, perchè sento già le sirene dell'ambulanza che si avvicinano .... Dicevo, come risponderebbero i formaggi vari alla semplice domanda "come sta?". Ci provo io, poi mi aspetto risposte altrettanto folli da voi (così vi spedisco gli infermieri direttamente a casa).


Crescenza - "sto mettendo su troppi Kg, mi sento in sovrappeso!"


Stracchino - "Sono stanco morto"


Toma - "Sono caduta e mi sono fatta male!" (da "fare una toma", che in milanese significa "burlà giò", cioè cadere)


Grana - "Sono sull'orlo di un tracollo finanziario. Bel guaio!"


Groviera - "Il mio analista sostiene che io sia pieno di buchi affettivi"


Gorgonzola - "Si invecchia! Il mio nipote dice che sono un matusalemme ammuffito"


Parmigiano - "Mi sento in forma!"


Mascarpone - "Non mi sento per niente in forma!"


Pecorino - "Dai che ci dò ... capisci cosa intendo, eh ....?!?"


Formaggino Mio - "Sono alla ricerca di uno spazio di autorealizzazione"


A voi, eletta schiera di caciofoli ...!!!!!!!! 



scritto da : morton0  su: Scherzo o Follia?
pubblicato su Blog Penna Calamaio  il 03/01/2007

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giovedì 20 settembre 2007

TELL ME WHY ...


Big Creek, West Virginia. La polizia locale, dopo aver ricevuto una telefonata anonima, fa irruzione in un’abitazione isolata, da dove esce barcollando Megan Williams, una ventenne di colore, che con gli occhi pesti e un filo di voce invoca il loro aiuto. La ragazza racconterà dopo alla centrale di essere stata fatta oggetto di sevizie e di torture per una settimana, di aver subito abusi sessuali e di essere stata ripetutamente pugnalata ad una gamba e stretta al collo con una fune, di essere stata costretta a mangiare feci di topi e di cani e di bere acqua dalla tazza della toilette.


Un gruppo composto da sei persone, di cui una coppia madre-figlio, con il quale Megan aveva avuto una relazione da lei troncata, madre-figlia e altri due ragazzi, tutti quanti con precedenti penali (si parla di 108 incriminazioni) ha tenuto sotto sequestro la ragazza, sottoponendola a forme svariate di tortura, che probabilmente neppure la mente più diabolica avrebbe potuto lontanamente prospettare.


Cosa si nasconde dietro ad un crimine così efferato? Che ragioni possiamo trovare, ammesso che sia lecito farlo, che possano in qualche modo aiutarci a comprendere ciò che sta dietro, senza per questo scadere nel consueto “psicologismo buonista”, sempre pronto a giustificare ciò che in realtà non ha ragione di essere giustificato? Nella fattispecie, si può parlare di odio razziale, o forse di degrado sociale, o anche di lucida e macabra follia?
Certamente alle spalle vi è un substrato di povertà, sicuramente i meccanismi psicologici che presiedono questi atti sono di natura fortemente patologica; mi trovo tuttavia in difficoltà, per non dire in disaccordo, nell’invocare l’odio razziale come motore unico o principale di questa gratuita barbarie.


Per deformazione professionale sarei piuttosto propensa a riflettere sulle dinamiche psicologiche legate a personalità psicopatiche, anche se la brutalità delle violenze perpetrate spalanca orizzonti che potrebbero riguardare più da vicino la psichiatria. Un macabro ingrediente di questa vicenda è rappresentato sicuramente dal sadismo: questi individui (chiamarli persone in questo caso sarebbe troppo) hanno agito per il gusto di farlo, mossi dal piacere di procurare dolore e, soprattutto, di esercitare una sorta di dominio totale sulla persona della vittima. Poco importa che la povera Megan fosse di colore: Megan poteva essere bianca, nera, gialla o blu; comunista, ebrea, fascista; la cosa fondamentale era schiavizzare la ragazza, deumanizzarla, renderla oggetto di piacere. Non un fine esterno, solo un gratuito desiderio di prolungare  l’atto (il sadico non uccide, il sadico tortura perché in questo cerca una relazione), per trarre vantaggi interni, cioè al servizio della propria personalità.


           


Ma c’è un secondo elemento chiave che rende inaudita tutta la vicenda. Tutto questo è avvenuto sotto la macabra regia di una donna di 49 anni, Frankie Brewster, madre dell’ex ragazzo di Megan, già condannato nel 1994 per omicidio di primo grado, e che ha scontato la pena con 6 anni di reclusione … A questo punto è lecito domandarsi: Perché una pena così blanda per un reato così grave? Quali attenuanti, quali meccanismi processuali, quali “perizie psichiatriche ballerine” o quali presunte buone condotte possono aver giustificato una pena così ridotta? Non abbiamo elementi per rispondere a queste domande, così  come non disponiamo di sufficienti informazioni. Ritornando alla nostra vicenda, a monte può esserci una relazione simbiotica con il proprio figlio a sfondo fobico, che può averla indotto a credere che la ragazza fosse responsabile di aver inferto in lui una profonda ferita narcisistica (e, quindi, per contraccolpo simbiotico, anche a se stessa); ciò che colpisce in modo drammatico è il grado di suggestione esercitato da questo soggetto nei confronti del gruppo e come si sia creato una sorta di legame di fascinazione ipnotica, tale da far sì che tutti si comportassero secondo le sue ingiunzioni prescrittive.


Infine, appunto, il gruppo, questo composto di individui con biografie diverse, ma reso omogeneo dalla presenza di alcuni denominatori comuni: psicopatia, degrado e povertà, storie di abusi e maltrattamenti subiti e provocati e, soprattutto, precedenti penali di consistente entità.
Il gruppo come branco, il gruppo che attacca e si ciba dello stesso pasto sacrificale, in una escalation che si autoalimenta senza soluzione di continuità.


Che dire di tutto questo? A prescindere da una ricerca analitica di possibili cause, forse accademica e leziosa, ma per certi aspetti doverosa per evitare di compiere erronee attribuzioni  (tentare di capire è meglio di rifiutarsi di capire), occorre ribadire che la comprensione psicologica non deve in alcun modo interferire con il corso della giustizia (tentare di capire non significa giustificare e scusare), che deve comunque percorre binari di assoluta rigorosità e severità. Non ci sono scuse, solo ragioni che devono farci riflettere sulla necessità di operare prima di tutto in termini di prevenzione, in secondo luogo di riabilitazione detentiva. Tra sconforto, incredulità, profonda tristezza, e, soprattutto, tanta tanta rabbia, un pensiero a Megan e alla strada che ora deve percorrere per riconquistare un minimo di fiducia in questa umanità lesa e deturpata, della quale è comunque chiamata a farne parte


scritto da: morton0   di: SCHERZO O FOLLIA?


Questo post è stato pubblicato su Blog Penna Calamaio il 9 Settembre 2007 . Blog Penna Calamaio è un blog collettivo, un progetto di aggregazione aperto ai blogger di tutte le piattaforme. Vogliamo aprire le porte dei blog, vogliamo creare un luogo di incontro dove dibattere di svariati argomenti, dall'attualità alla poesia, dalla politica ai sentimenti, dalla cronaca all'umorismo. Puoi inserire qui i tuoi commenti a questo post e puoi visionare i commenti inseriti sul blog dell'autore e sul blog collettivo nella piattaforma di Digiland. Partecipa anche Tu al nostro progetto di scambio e collaborazione tra i blogger di differenti piattaforme! Visita il blog di origine, visita Blog Penna Calamaio inserisciti nella nostra piazzetta virtuale, invia i permalink dei tuoi post a redazione_blog@libero.it e fai domanda di iscrizione a membro del blog collettivo. Tutti i post accettati ai fini della pubblicazione, saranno gradualmente inseriti su Digiland, su Blogspot e su Splinder. Ogni autore, per ogni post pubblicato su Blog Penna Calamaio, riceverà dunque tre link al proprio blog, potrà aumentare la propria visibilità ed instaurare rapporti di conoscenza e di scambio con i blogger di tre piattaforme. Vieni anche Tu! Ti aspettiamo.

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